Il 26 settembre 2024 il Presidente di Origin Italia Cesare Baldrighi ha consegnato al Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida la Dichiarazione di Ortigia 2024 affinché sia portavoce delle istanze delle Indicazioni Geografiche verso le delegazioni internazionali. Il documento è stato posto all’attenzione dei Ministri dell’Agricoltura membri del G7 nonché degli altri Ministri e delegati partecipanti all’iniziativa.
CONTESTO
Il Documento di Origin Italia è stato predisposto appositamente per l’evento di portata internazionale che si tiene dal 26 al 28 settembre presso l’Isola di Ortigia (Siracusa). Il G7 Agricoltura 2024 rappresenta infatti un’occasione unica per rafforzare e valorizzare il Sistema delle Indicazioni Geografiche a livello internazionale, mostrando le peculiarità e le potenzialità delle IG.
Alla manifestazione hanno preso parte i Ministri dell’Agricoltura dei Paesi membri del G7 (Canada, Francia, Germania, Giappone, Italia, Regno Unito, Stati Uniti) ma anche Ministri dell’Agricoltura di altri Paesi e in particolare del Continente Africano.
Alla presenza del Direttore Generale della FAO Qu Dongyu, è stata consegnata in occasione del convegno “Italian Geographical Indications a tool for international cooperation” organizzato da Origin Italia con il supporto della Fondazione Qualivita e la collaborazione di oriGIn.
DESCRIZIONE
La Dichiarazione di Ortigia 2024 consiste in una dichiarazione di intenti con la quale si chiede una maggiore attenzione delle autorità pubbliche dei Paesi del G7 e della comunità internazionale su diverse tematiche cruciali per le Indicazioni Geografiche.
Con la Dichiarazione si mira a sostenere che i prodotti agroalimentari Indicazione Geografica sono un inestimabile patrimonio economico e culturale per i territori di produzione e che sono portatori di valori preziosi per le future generazioni, di interesse pubblico generale, in tutte le aree del mondo, siano esse in condizioni di sviluppo economico avanzato che in ritardo di sviluppo.
Sottolinea che le IG sono, per loro natura, attente alla conservazione delle risorse locali e del territorio, e delle conoscenze tradizionali delle comunità locali e viene posta in evidenza la loro rilevanza economica, sociale e culturale a livello mondiale, in quanto modello virtuoso in termini di sviluppo e sostenibilità dei territori, di freno all’esodo rurale, di massimizzazione del valore delle filiere, di contenimento della volatilità dei mercati.
Espone le insicurezze derivanti dall’attuale scenario economico, politico ed ambientale, che rischiano di creare nuove opportunità per modelli economici “speculativi” contrari ad una valorizzazione “democratica” delle risorse naturali e culturali, che, insieme ai tentativi di ostacolare le IG con barriere tariffarie e no, rischiano di compromettere il futuro delle DOP IGP.
Pone inoltre l’accento sulla necessità di una maggiore tutela per le Indicazioni Geografiche al fine di salvaguardare la qualità, l’unicità e la specificità dei prodotti agricoli legati ai territori, nonché per conservarne i metodi di produzione tradizionali e promuovere lo sviluppo rurale.
Infine, enfatizza lo scambio di esperienze e conoscenze tra i vari modelli di Indicazioni Geografiche, anche valorizzando l’esperienza positiva dei Consorzi di Tutela italiani, affinché possa essere un’enorme opportunità per contribuire a consolidare lo sviluppo rurale e locale di tante aree del mondo, e per facilitare la diffusione delle IG nei mercati se non frenati da nuovi protezionismi.
LE RICHIESTE CONTENUTE NELLA DICHIARAZIONE
PUNTO 1
Impegno a rafforzare e perseguire – in tutte le sedi istituzionali nazionali, regionali e globali – il riconoscimento delle Indicazioni Geografiche quale
“patrimonio dell’umanità” in quanto modello virtuoso per affrontare le sfide globali richieste dallo sviluppo sostenibile, nelle sue componenti economica, sociale e ambientale.
PUNTO 2
Creazione di un sistema multilaterale per la protezione delle Indicazioni Geografiche che sia efficace, semplice e trasparente per i produttori e i consumatori. In riferimento a questo si invitano i decisori politici a considerare l’implementazione dell’Accordo di Lisbona del 1958 – rivisto con l’Atto di Ginevra del 2015 – come via per garantire una tutela multilivello alle Indicazioni Geografiche.
PUNTO 3
Impegno per l’esclusione delle indicazioni geografiche dall’applicazione di dazi, barriere tariffarie e non tariffarie.
PUNTO 4
Incremento delle risorse finanziarie per la cooperazione internazionale destinate al rafforzamento delle Indicazioni Geografiche attraverso modelli e sistemi di governance efficaci, nei Paesi in via di sviluppo e nelle aree caratterizzate da conflitti e ritardo di sviluppo, compreso uno scambio di best practices e modelli di successo.
PUNTO 5
Incremento delle risorse pubbliche per il sostegno delle azioni a tutela e protezione delle Indicazioni Geografiche nei mercati, anche attraverso modelli di coinvolgimento attivo della Pubblica amministrazione e delle Autorità competenti.